tag:blogger.com,1999:blog-93744182024-03-08T04:55:38.877+01:00lo sgomberonteUn blog di orgogliosa e genuina ignoranza cinematograficajeckehttp://www.blogger.com/profile/11201729525617506791noreply@blogger.comBlogger201125tag:blogger.com,1999:blog-9374418.post-53037365440310062072008-07-24T09:21:00.009+02:002008-07-29T17:33:43.981+02:00Il cavaliere oscuro<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://images.rottentomatoes.com/images/movie/gallery/1184851/photo_42_hires.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 480px;" src="http://images.rottentomatoes.com/images/movie/gallery/1184851/photo_42_hires.jpg" border="0" alt="" /></a>Caos. Inteso non solo come la caratteristica principale della mente del Joker, vero protagonista della pellicola, ma anche come la continua sovrapposizione di sentimenti provati durante la prima visione del film. Un caos inquietante e affascinante al tempo stesso, che pervade la storia de <span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;">Il cavaliere oscuro</span> ma che giustamente si oppone alla precisione stilistica di Christopher Nolan, oramai consacrato nell'Olimpo hollywoodiano come uno dei registi più talentuosi e costanti di oggi. Al suo secondo episodio nel mondo dell'uomo pipistrello, Nolan ha scelto di abbandonare qualsiasi tipo di lungaggine narrativa preferendo girare un film quasi essenziale e frammentario nel suo procedere seguendo gli inarrestabili sviluppi che tengono il ritmo serratissimo per le due ore e mezzo di durata del film. Non è questione di "aura maledetta" e <span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;">viral marketing</span>, questi sono aspetti che hanno giovato per lo più alla pubblicizzazione dell'opera, <span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;">Il cavaliere oscuro</span>, grazie alla qualità della sua fattura, sarà già da ora una pietra miliare del cinema di genere e non deluderà neanche coloro che non hanno passione per i cosiddetti <span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;">comic-movies</span><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;">.</span> Nolan, grazie a una sceneggiatura decisamente migliore rispetto a quella scritta per <span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;">Batman Begins</span>, è riuscito a portare sullo schermo dei personaggi già noti dando nuova linfa ad ognuno di loro. Su tutti prevale quello magistralmente interpretato dal compianto Heath Ledger, un Joker psicopatico e anarchico che ha ben poco a che vedere con quello "cattivello" interpretato da Jack Nicholson 19 anni fa e che difficilmente uscirà dalla memoria dello spettatore. Non solo Joker però, anche Batman trova una nuova "maturità" e prosegue sull'accidentato percorso iniziato nel film precedente, merito anche della prova di Christian Bale, che sullo schermo è sempre all'altezza delle aspettative. Insieme a lui anche il procuratore distrettuale Harvey Dent, un bravo Aaron Eckhart, il maggiordomo Alfred, il solito egregio Michael Caine, l'amministratore delegato della Wayne Inc. Lucius Fox, Morgan Freeman, e il poliziotto Jim Gordon, Gary Oldman. Un cast incredibile al servizio di un film riuscitissimo nelle scelte tecniche ed espressive, basti pensare agli effetti speciali visivi e sonori o alle musiche di James Newton Howard e Hans Zimmer.<div>Per dirla in parole povere, un capolavoro.</div><div><br /></div><div>Voto: 9 / 10</div>jeckehttp://www.blogger.com/profile/11201729525617506791noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-9374418.post-71617324351500532342008-05-24T09:23:00.011+02:002008-05-27T14:22:12.898+02:00Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://images.rottentomatoes.com/images/movie/gallery/1185233/photo_22_hires.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 440px;" src="http://images.rottentomatoes.com/images/movie/gallery/1185233/photo_22_hires.jpg" border="0" alt="" /></a>Parliamone. Io negli ultimi 19 anni della mia vita ho fatto tante cose, alcune positive, altre no. Soprattutto però non ho scritto una sceneggiatura tirando a caso una coppia di dadi personaggio/situazione. Pare che invece David Koepp si sia dilettato in questo modo per scrivere la sceneggiatura di <span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;">Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo</span> e soprattutto pare che sia stato pagato per questo.<br />Partendo da questo malandato presupposto, il buon vecchio Steven Spielberg fa quello che può per tirare avanti la baracca e tutto sommato salva in corner un film che in potenza poteva essere un fiasco completo. Il problema è che poteva (e doveva!) essere un capolavoro. Grazie alla mano del regista, che io continuo ad adorare in maniera "dawsoniana", ne escono quindi alcune sequenze molto riuscite, come quella citata ovunque dell'inseguimento nella giungla (bellissima sì, ma un po' troppo lunga dai), alternate però a momenti decisamente più scadenti. Vogliamo parlare dell'interrogatorio dell'FBI? Vogliamo parlare dell'arrivo nel cimitero? Vogliamo parlare del finale? No, non vogliamo.<br />A ben riflettere comunque il vero problema è quello che traspare già dal titolo: il teschio. Se facciamo un inevitabile paragone, il teschio di cristallo sta alll'Arca (o al Graal) come Shia La Beouf sta a Sean Connery. Funziona, fa il suo dovere, ma non ha lo <span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;">charme</span> necessario alla situazione, gli manca decisamente il <span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;">physique du rôle</span><span class="Apple-style-span" style="">. La stessa cosa vale anche per il </span>personaggio interpretato da Cate Blanchett, monodimensionale oltre ogni immaginazione. Per fortuna in mezzo a tutto questo ci sono anche degli aspetti positivi, su tutti l'intepretazione di Harrison Ford, sessantacinquenne ma ancora perfettamente in forma. Già, perché in fin dei conti il merito del successo va tutto a lui e al suo personaggio, unica vera colonna del film, peccato che non bastino una frusta e un cappello a fare un film.<div><br />Voto: 6 / 10</div>jeckehttp://www.blogger.com/profile/11201729525617506791noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-9374418.post-34434017367301494202008-05-06T18:01:00.006+02:002008-05-06T18:41:02.958+02:00Iron Man<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://images.rottentomatoes.com/images/movie/gallery/1170017/photo_35.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 400px;" src="http://images.rottentomatoes.com/images/movie/gallery/1170017/photo_35.jpg" alt="" border="0" /></a>Personalmente Iron Man non è mai stato uno dei miei eroi preferiti, per quanto riguarda casa Marvel, essendo sempre stato più affezionato a figure come quella di Peter Parker, piuttosto che Tony Stark. Ma ciò che vale per i fumetti su carta, non vale per quelli su pellicola. Dal 2000, anno di produzione del primo <span style="font-style: italic;">X-Men</span>, i film a carattere superomistico sono diventati una delle produzioni di punta del panorama hollywoodiano. In questa ondata di comic-movies però, sono pochi quelli che si salvano dal giudizio critico. <span style="font-style: italic;">Iron Man</span> è uno di questi.<br />Jon Favreau mi aveva inizialmente fatto dubitare del progetto, ma alla fine mi sono dovuto ricredere. La prima produzione Marvel è, mi si perdoni il brutto gioco di parole, la prima produzione Marvel. Quello che intendo dire è che per la prima volta il film che scorre sullo schermo è davvero una trasposizione del fumetto creato da Stan Lee. Negli altri casi, anche illustri (leggi i film di Raimi o di Singer), c'era sempre qualcosa che impediva la sinergia tra le strip e le scene. Non so se il merito sia davvero di Favreau, del quale sinceramente non smetto di dubitare, ma rimane il fatto che <span style="font-style: italic;">Iron Man</span> è un film di intrattenimento in piena regola. Il film scorre veloce e divertente per tutta la sua durata, senza insistere eccessivamente sulle consuete questioni esistenziali o su morali forzate. E le scene più puramente action, beh, fanno il loro sporco dovere.<br />Sicuramente ha giovato alla produzione la presenza di Robert Downey Jr., che interpreta Tony Stark divertendosi e divertendo il pubblico, in un ruolo che sembra gli sia stato costruito addosso: perfetto. Meno entusiasmante invece la prova dell'irriconoscibile Jeff Bridges, <span style="font-style: italic;">villain</span> a mio avviso poco affascinante nonostante il massiccio <span style="font-style: italic;">look</span> finale. Infine non posso che gioire per la presenza della bella e brava Gwyneth Paltrow, inspiegabilmente scomparsa dalle scene (importanti) per diversi anni.<br />Leggo in giro che è bene restare fino alla fine dei titoli di coda. Io non l'ho fatto, me tapino.<br /><br />Voto: 7 / 10jeckehttp://www.blogger.com/profile/11201729525617506791noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-9374418.post-16742482576092197782008-03-25T17:37:00.002+01:002008-03-25T17:57:32.982+01:00Spiderwick - Le cronache<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://images.rottentomatoes.com/images/movie/gallery/1183863/photo_09.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 400px;" src="http://images.rottentomatoes.com/images/movie/gallery/1183863/photo_09.jpg" alt="" border="0" /></a>Come si suol dire, "Pasquetta bagnata, Pasquetta sfigata". Ecco perché invece di andare a prendere una boccata d'aria sono finito al cinema e essendo già abbastanza di malumore, ho temporaneamente rimandato il film di Sidney Lumet per vedere questo fantasy, che nonostante la mia diffidenza post-Narnia verso il genere mia ha comunque portato in sala abbastanza curioso e moderatamente speranzoso.<br />Assieme al fratelo gemello Simon (Freddie Highmore), la sorella Mallory (Sarah Bolger) e la madre Helen (Mary-Loiuse Parker), il giovane Jared (sempre Highmore) si trasferisce nella casa del lontano parente Arthur Spiderwick (David Strathairn). In seguito a un incidente domestico, entra in possesso del manuale scritto dal prozio, contenente tutti i segreti del mondo fatato che li circonda. Leggendolo però risveglia il desiderio dell'orco Mulgarath, che farà di tutto per entrarne in possesso e diventare la creatura più potente del mondo. Ai due gemelli e alla sorella maggiore spetterà il compito di proteggere se stessi e il magico libro.<br />Il regista Mark Waters, dopo un paio di commedie per teen-agers e una un po' più adulta, torna a un target giovanile con un genere a lui nuovo. Il passaggio al fantasy gli riesce discretamente bene, adattando la serie di racconti omonimi di Tony DiTerlizzi e Holly Black. La mia impressione è che il regista abbia scelto di girare un film senza troppe pretese, rispettando le aspettative del giovane pubblico e facendo tutto sommato il lavoro onesto che ha svolto negli ultimi anni. Non sarà un film trascendentale, ma il mondo delle cronache di Spiderwick tutto sommato fa il suo dovere come film di intrattenimento, anche per gli adulti (pochi) in sala. E a questo punto poco importa se i dilemmi esistenziali e i problemi familiari rappresentati hanno la consistenza di un tovagliolo, quello che importa è salvare il libro e sconfiggere l'orco.<br /><br />Voto: 6 / 10jeckehttp://www.blogger.com/profile/11201729525617506791noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-9374418.post-28495495438802619252008-03-10T09:17:00.003+01:002008-03-10T09:43:19.750+01:00Sweeney Todd: Il diabolico barbiere di Fleet Street<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://images.rottentomatoes.com/images/movie/gallery/1183955/photo_36.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 400px;" src="http://images.rottentomatoes.com/images/movie/gallery/1183955/photo_36.jpg" alt="" border="0" /></a>Febbraio è stato un mese foriero di grandi film. Nel mese più corto dell'anno, anche se quest'anno era un pochino più lungo, sono state programmate uscite importantissime, che per una volta ci hanno messi davanti all'imbarazzo della scelta per andare al cinema. E adesso? La risposta la sapete anche voi. A parte qualche rara occasione, per il resto è calma piatta.<br />Benjamin Barker, a.k.a. Sweeney Todd (Johnny Depp), è stato giustamente incarcerato per 15 anni dal crudele giudice Turpin (Alan Rickman), innamorato della moglie del barbiere. Al suo rilascio, la vittima diventa carnefice e inizia la sua vendetta contro la società corrotta di Londra grazie all'aiuto della signora Lovett (Helena Bonham Carter), che lo aiuta a far sparire i cadaveri delle sue vittime facendone pasticci di carne.<br /><span style="font-style: italic;">Sweeney Todd</span>, da me tanto atteso in quanto fan sfegatato di Tim Burton, mi ha lasciato un po' perplesso. Intendiamoci, è film ottimamente girato e interpretato, con delle atmosfere veramente cupe ed inquietanti e una fotografia ben realizzata, ma c'è qualcosa che non mi ha convinto. Forse la colpa è dell'eccessivo <span style="font-style: italic;">hype</span>, ma mi aspettavo di uscire dal cinema con un rasoio in mano desiderando mettere sotto i ferri i passanti e invece non è andata così. La cupezza della messa in scena burtoniana comunque rimane di grande impatto, e la morale (o meglio la sua assenza) probabilmente colpisce più a fondo di altre volte, quindi c'è poco di cui lamentarsi, ma forse averlo visto tra <span style="font-style: italic;">Il petroliere</span> e <span style="font-style: italic;">Non è un paese per vecchi</span> non ha giovato, o forse il detto "squadra che vince non si cambia" in questo caso ha attecchito un po' troppo.<br /><br />Voto: 7 / 10jeckehttp://www.blogger.com/profile/11201729525617506791noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-9374418.post-85155284542323517302008-03-09T11:20:00.002+01:002008-03-09T11:50:53.618+01:00Juno<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://images.rottentomatoes.com/images/movie/gallery/1185620/photo_03.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 400px;" src="http://images.rottentomatoes.com/images/movie/gallery/1185620/photo_03.jpg" alt="" border="0" /></a>Innanzitutto <span style="font-style: italic;">Juno</span> ha un grandissimo pregio. Ho letto su Repubblica un articolo di Natalia Aspesi e per una volta mi sono trovato d'accordo con lei. Son cose che fanno pensare eh. Poi è chiaro che <a href="http://www.7yearwinter.com/2008/03/tu-hai-una-teoria-io-ho-una-katana/">7yearwinter</a> è più tagliente nella polemica contro il tentativo di sfruttamento del film da parte dei teocon antiabortisti, che se tutto va bene non avranno nemmeno visto il film ma si baseranno sulla sinossi letta chissà dove.<br />La sedicenne Juno (Ellen Page) rimane incinta dopo aver avuto un rapporto decisamente occasionale con l'amico Paulie (Michael Cera). Dopo aver fugato i dubbi sull'interruzione della gravidanza, decide di portarla avanti e dare poi il nascituro in affidamento a una giovane coppia. Lei (Jennifer Garner) non vede l'ora di diventare mamma ed è già pronta a fare il grande passo, al contrario di lui (Jason Bateman) che invece è un po' più riluttante, passando le giornate tra musica rock e film horror, hobbies che gli valgono l'amicizia della teenager ma che lo mettono in conflitto con la moglie.<br />Dopo <span style="font-style: italic;">Thank You For Smoking</span>, Jason Reitman dirige un'altra commedia intelligente ed equilibrata nel dosaggio di dolcezza e amarezza, conquistando lo spettatore con questa riuscita ricetta. Certo, il merito va anche alla protagonista Ellen Page, molto brava e molto bella, che con il pancione e quel look indie, che pervade tutta l'atmosfera del film, è decisamente irresistibile. <span style="font-style: italic;">Juno</span> probabilmente non entrerà nella storia del cinema, ma come episodio della serie "film indipendente di successo dell'anno" direi che è andata meglio di altre volte. Divertente e intelligente, è una commedia ben scritta sulla conquista della maturità che non farà rimpiangere i suoi predecessori in materia ma che anzi fornirà qualche elemento di riflessione in più agli spettatori-target. O almeno così si spera.<br /><br />Voto: 7 / 10jeckehttp://www.blogger.com/profile/11201729525617506791noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-9374418.post-3470914498661760302008-03-03T10:25:00.003+01:002008-03-09T11:18:16.733+01:00Il petroliere<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://images.rottentomatoes.com/images/movie/gallery/1183553/photo_08.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 400px;" src="http://images.rottentomatoes.com/images/movie/gallery/1183553/photo_08.jpg" alt="" border="0" /></a>Si può tralasciare qualsiasi commento sull'adattamento del titolo italiano: quando <span style="font-style: italic;">There Will Be Blood</span> diventa <span style="font-style: italic;">Il petroliere</span>, è "meglio chiudersi in un dignitoso silenzio". Meglio quindi passare oltre.<br />E' la fine del diciannovesimo secolo e negli Stati Uniti sono molti gli uomini che si mettono alla ricerca di giacimenti petroliferi sulla scia della seconda rivoluzione industriale. Daniel Plainview (Daniel Day-Lewis) si definisce appunto un cercatore di petrolio e viaggia in lungo e in largo in compagnia del figlio "acquisito" H.W., alla ricerca di concessioni e terreni sfruttando l'immagine del figlioletto. A Little Boston il protagonista ottiene il massimo del proprio successo lavorativo, ma allo stesso tempo iniziano anche gli inarrestabili problemi umani, legati alla figura del predicatore Eli Sunday (Paul Dano).<br />Paul Thomas Anderson torna al cinema dopo 5 anni di assenza per scrivere e dirigere un affresco cinico e disilluso di quello che è il processo fondativo della società statunitense e lo fa contrapponendo sapientemente lo spietato liberismo del protagonista e l'ottuso bigottismo della sua controparte religiosa. Paul Dano, bravissimo antagonista nonché rivelazione della pellicola, riesce quasi a tenere testa alla grandezza e alla magistralità di Daniel Day-Lewis, sulle cui spalle si regge l'intero film e che regala l'ennesima interpretazione da manuale, giustamente premiata con la statuetta dell'Academy. Peccato che un film così intenso e carico di significati verrà visto da pochissime persone, respinte da un titolo idiota e fuorviante.<br /><br />Voto: 8 / 10jeckehttp://www.blogger.com/profile/11201729525617506791noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-9374418.post-34707271908143676302008-03-03T10:08:00.003+01:002008-03-03T10:25:39.892+01:00Parlami d'amore<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRKow5IUe39XIN_PKH6ioKumvssvxs79YJRGdQ3edxApPzrcsH64MRR52jjHJrxBoMQOeksIpNIQXEviqHp76pqsPiXZlRUu6Lrjo48hNcqeZhZ5ksUB-VnT3j5JA9ddVO-8gvXw/s1600-h/009001003921.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRKow5IUe39XIN_PKH6ioKumvssvxs79YJRGdQ3edxApPzrcsH64MRR52jjHJrxBoMQOeksIpNIQXEviqHp76pqsPiXZlRUu6Lrjo48hNcqeZhZ5ksUB-VnT3j5JA9ddVO-8gvXw/s400/009001003921.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5173439841734992866" border="0" /></a>Torno al blog dopo tre settimane di silenzio causa laurea (triennale). Di film ne ho visti parecchi, compresi alcuni premiatissimi dall'Academy, ma mi sembrava giusto cominciare dal PEGGIORE di questi, giusto per rientrare in carreggiata e riprendere un po' la mano, intorpidita dal lungo silenzio.<br />Sasha (Silvio Muccino) è cresciuto in una comunità di tossicodipendenti e ora per guadagnarsi da vivere sta restaurando la casa di uno dei benefattori della comunità, che tra parentesi è pure il padre della ragazza di cui il protagonista è innamorato. Nicole (Aitana Sanchez Gijon) è una psicanalista francese, scappata dal Paese natio dopo aver perso un paziente. La disfunzionalità sociale dei due personaggi inizia a risolversi dopo un incontro fortuito e grazie alla complice presenza di un cane abbandonato.<br />Siilvio Muccino, dopo aver "scritto" il libro da cui è tratta la pelilcola, tenta goffamente di seguire la strada intrapresa dal fratello e si mette dietro la macchina da presa. Probabilmente se si fosse limitato a dirigere un copione altrui il risultato sarebbe stato meno infame, ma visto che Muccino junior si è occupato di tutti i processi produttivi del film, non può fare altro che prendere atto del proprio fallimento e fare un sentitissimo mea culpa. L'ambizione, o meglio la presunzione, di scrivere, dirigere e interpretare un film "drammatico" come questo è stata la condanna del giovane regista. Sono abbastanza sicuro comunque che se avesse diretto <span style="font-style: italic;">Scusa se ti chiamo amore</span> (che non ho visto, ma le pregiudico lo stesso), avrebbe fatto meglio di Federico Moccia. Forse volando un po' più basso il tonfo sarà meno eclatante.<br /><br />Voto: 4 / 10jeckehttp://www.blogger.com/profile/11201729525617506791noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-9374418.post-78723368299514743112008-02-12T16:14:00.000+01:002008-02-12T16:51:52.188+01:00L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://images.rottentomatoes.com/images/movie/gallery/1159167/photo_37_hires.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 400px;" src="http://images.rottentomatoes.com/images/movie/gallery/1159167/photo_37_hires.jpg" alt="" border="0" /></a>Mi è stato fatto notare che ultimamente la media dei voti si è alzata un po' troppo, ma non è colpa mia. Dopo qualche mese in cui per un motivo o per l'altro non sono riuscito a vedere tutto quello che mi interessava, ora sto riuscendo a recuperare i film che avevo perso. Va da sé che mi metto alla ricerca solo dei titoli che penso possano essere validi, tralasciando le boiate. Riporterò la media a un livello consueto guardando qualche schifezza, lo prometto.<br />Jesse James (Brad Pitt) non ha bisogno di presentazioni, è stato una delle più grandi leggende del mito del Far West. Ma il suo lato pubblico, leggendario e affascinante, è compensato da un privato oscuro, tormentato, che lo porta tragicamente alla morte nel 1882. A ucciderlo è il giovanissimo Robert Ford (Casey Affleck), che dopo un breve periodo di gloria per l'omicidio commesso, si perde nell'autocommiserazione e nel pentimento per l'infame tradimento perpetrato nei confronti di quello che una volta era il suo eroe.<br />Ispirandosi alla vera storia di Jesse James, Andrew Dominik scrive e dirige un western anticonvenzionale, in cui al tema della frontiera viene preferito il raffinato tratteggio psicologico dei due protagonisti, magistralmente intepretati da Brad Pitt (premiato a Venezia con la Coppa Volpi) e Casey Affleck (bravissimo e giustamente candidato all'Oscar). Entrambi valgono la visione in lingua originale per poter godere fino in fondo della loro recitazione. La bellezza della fotografia di Robert Deakins poi non fa che rendere ancora più affascinante il film, nonostante la sua lunghezza che però personalmente non ho accusato in maniera eccessiva. Purtroppo però il film è stato vittima di una distribuzione inconsistente e non credo avrà grande successo neanche in homevideo.<br /><br />Voto: 8 / 10jeckehttp://www.blogger.com/profile/11201729525617506791noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9374418.post-76468210028885818572008-02-04T12:10:00.001+01:002008-02-06T15:47:10.270+01:00Cloverfield<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://images.rottentomatoes.com/images/movie/gallery/1185328/photo_22_hires.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 400px;" src="http://images.rottentomatoes.com/images/movie/gallery/1185328/photo_22_hires.jpg" alt="" border="0" /></a>Mi sono dovuto trattenere. Se avessi scritto un post su <span style="font-style: italic;">Cloverfield</span> appena tornato dal cinema sarebbe stato un insieme di onomatopee e di versi, simili a quelli di un tifoso di football durante il Superbowl. Per fortuna invece sono riuscito a controllare l'entusiasmo e a mitigarlo fino a oggi, giorno in cui mi sento pronto per scrivere perché questo è un gran bel film.<br />Rob (Michael Stahl-David) è in partenza per il Giappone per motivi di lavoro. Durante la festa di addio però qualcosa attacca New York, distruggendo la Statua della Libertà e seminando il panico tra la gente. Mentre tutta la città cerca una via di fuga, Robert decide di tornare indietro per salvare la sua ragazza, aiutato da Lily (Jessica Lucas), Marlena (Lizzy Caplan) e l'amico Hud (T.J. Miller), che riprende tutto l'evento con una videocamera.<br />Le immagini che scorrono sullo schermo sono proprio quelle riprese da Hud e lo spettatore non può che ritrovarsi catapultato nel bel mezzo dell'azione, catturato dalla regia in soggettiva e dalla frenesia delle scene. Prodotto da J.J. Abrams e diretto da Matt Reeves , ovvero due delle menti dietro il successo di <span style="font-style: italic;">Lost</span>, <span style="font-style: italic;">Cloverfield</span> è un film che ti lascia aggrappato alla sedia per un'ora e mezzo, senza un attimo di tregua. Questa volta, l'esperimento della soggettiva, fallito miseramente in un'altra celebre occasione, a mio avviso funziona egregiamente. E' curioso anche accorgersi a film finito della totale assenza di colonna sonora, che solitamente è uno dei pilastri di una pellicola, almeno dal punto di vista emozionale.<br /><br />Voto: 8 / 10jeckehttp://www.blogger.com/profile/11201729525617506791noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-9374418.post-70922773894663886762008-02-02T14:35:00.000+01:002008-02-02T14:37:01.717+01:00Into the Wild<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrX4_Pu9zZ4VLrVFkI1h4945_QZKGOxt26DlVUdWJzqDfC4a4MIz3Ji7U1f__Y3EynaaRzWfSGUA5JBzYZXb-zTTJZ2sIojHJK-2w3FbfcilIcNkNDibPBJxFUQkLOWTnF9doLuQ/s1600-h/photo_hi_5742.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrX4_Pu9zZ4VLrVFkI1h4945_QZKGOxt26DlVUdWJzqDfC4a4MIz3Ji7U1f__Y3EynaaRzWfSGUA5JBzYZXb-zTTJZ2sIojHJK-2w3FbfcilIcNkNDibPBJxFUQkLOWTnF9doLuQ/s400/photo_hi_5742.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5160508765488517298" border="0" /></a>Credo che questo sia il decimo post che inizio a scrivere su Into the Wild e ogni volta che ne finisco uno, lo cancello dopo averlo riletto. Nonostante sia passata una settimana da quando sono andato al cinema a verderlo, una settimana trascorsa a riflettere, discutere e leggere a proposito del film, non riesco ancora a trovare le parole adatte per spiegare perché mi sia piaciuto così tanto, perché mi abbia tanto coinvolto. Ci provo.<br />Into the Wild racconta la storia (vera) di Chris McCandless (Emile Hirsch), un neo-laureato che decide di abbandonare la propria famiglia per andare a cercare sé stesso vagabondando in giro per gli Stati Uniti, avendo come meta finale l'Alaska e la vita in mezzo alla Natura selvaggia. Forte di uno pseudonimo creato ad hoc (Alexander Supertramp), il protagonista intraprende il suo viaggio lasciandosi egoisticamente alle spalle l'affetto della sorella e l'ipocrisia dei genitori, vero motivo della sua fuga dalla "normalità". Nonostante la serie di incontri che farà lungo la strada, tutti a loro modo importanti, deciderà comunque di proseguire imperterrito nella sua ricerca di sé.<br />Il pregio della regia e della sceneggiatura di Sean Penn sta nell’equilibrio con cui descrive il protagonista, di cui dà un ritratto a tutto tondo, portandone sullo schermo l’estremismo e la dolcezza, l’egoismo e la caparbietà. Pur elogiando l’impresa e lo spirito del giovane McCandless, Penn non gira un’agiografia, ma anzi riporta il personaggio a un livello più che terreno grazie al voice-over della sorella, che esplicita i motivi delle scelte del protagonista, ricordandone anche i limiti e le insite debolezze. Ma c’è di più. Oltre alla ricchezza e al fascino delle immagini sullo schermo, c’è un Emile Hirsch in stato di grazia, che recita con una naturalezza che non mi sarei aspettato e che mi ha convinto e colpito profondamente. Il tutto sulle note delle bellissime canzoni di Eddie Vedder, leader dei Pearl Jam, inspiegabilmente snobbato dalla Academy.<br /><br />PS: Non l’ho riletto, con buona pace dei probabili refusi, perché so che altrimenti finirei per cancellare anche questo. Siate buoni, accontentatevi.<br /><br />Voto: 9 / 10jeckehttp://www.blogger.com/profile/11201729525617506791noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-9374418.post-19184478799576832532008-01-24T23:54:00.001+01:002008-01-25T18:41:25.964+01:00Lussuria<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMmiCgKj_9G-wTfFkhpFg7f6h4pZfsCEkxlWmEbUKnXUkQ9QB2U1PehJElus8QqKl_8spQ0UD2sS7SOSkWNlTyCrrSqHrJnBGBTqVnkltoNTNB11FMtrZ2iSnHBsaCQjErcG4Qqg/s1600-h/photo_18_hires.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMmiCgKj_9G-wTfFkhpFg7f6h4pZfsCEkxlWmEbUKnXUkQ9QB2U1PehJElus8QqKl_8spQ0UD2sS7SOSkWNlTyCrrSqHrJnBGBTqVnkltoNTNB11FMtrZ2iSnHBsaCQjErcG4Qqg/s400/photo_18_hires.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5159180508197523618" border="0" /></a>Anche in questo caso si ripresenta la stessa questione di <a href="http://sgomberonte.blogspot.com/2008/01/american-gangster.html"><span style="font-style: italic;">American Gangster</span></a>, visto la sera prima di <span style="font-style: italic;">Lussuria</span>. Nel momento in cui vado al cinema a vedere un film che è stato premiato con il Leone d'oro a Venezia, mi creo delle aspettative abbastanza elevate. Tra l'altro, visto che comunque verrò <a href="http://jointsecurityarea.splinder.com/post/15598647/Ohdaesu+vi+malgiudica">malgiudicato</a> per questo post, preciso subito che a me Ang Lee piace, in alcuni casi anche parecchio. Stavolta però non ce l'ha fatta.<br />Durante l'occupazione della Cina da parte del Giappone, Wong Chia Chi (Wei Tang) si lascia trascinare nelle file della resistenza dagli amici della compagnia tetrale. Finge quindi di essere la signora Mak per colpire il signor Yee (Tony Leung), uomo ai vertici del governo collaborazionista. Per conquistare la fiducia del suo obiettivo la giovane attrice sfrutta l'irresistibile attrazione che il signor Yee prova per lei, finendo però irrimediabilmente coinvolta nelle conseguenze delle sue azioni.<br />Dramma con sfumature erotiche e storico-politiche, in realtà <span style="font-style: italic;">Lussuria</span> non rispetta in pieno nessuna delle suddette premesse. Come film drammatico manca della passione necessaria tanto che perfino le scene di sesso, per quanto esplicite (o forse proprio per questo), sembrano girate solo per il gusto di farlo. Il contesto storico poi è perfettamente tralasciabile, senza nessun tipo di approfondimento che non siano due cadaveri buttati in terra. Il mahjong sarà anche un bel gioco, ma dopo dieci scene di signore che passano il tempo a giocare, comincia anche a stufare. C'è da dire comunque che Ang Lee il suo mestiere lo sa fare, per quanto in passato lo abbia fatto molto, molto meglio, ed è per questo che in fondo <span style="font-style: italic;">Lussuria</span> rimane un film riuscito a metà, che per la precisione è la metà della recitazione di Tony Leung. Per il resto poco altro e diluito in troppo tempo, con il rischio quindi di annoiare lo spettatore, che pochi giorni dopo si dimenticherà ciò che ha visto.<br /><br />Voto: 6 / 10jeckehttp://www.blogger.com/profile/11201729525617506791noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-9374418.post-186555893187462442008-01-22T13:57:00.002+01:002008-01-25T18:05:09.507+01:00American Gangster<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEge0zoorurBcXmXZW7dR1FYYJSI4fSHSkrO3bj94bitOGGR8emYWjgoHLtHPtPM_XkwgqvVKAo3m4IghAyhzkfgWbLRNCYnsKlyvw6ju_iIpv3LfR3Bku7HU3a-jtwbDgCB_SgYaA/s1600-h/photo_26_hires.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEge0zoorurBcXmXZW7dR1FYYJSI4fSHSkrO3bj94bitOGGR8emYWjgoHLtHPtPM_XkwgqvVKAo3m4IghAyhzkfgWbLRNCYnsKlyvw6ju_iIpv3LfR3Bku7HU3a-jtwbDgCB_SgYaA/s400/photo_26_hires.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5158291448770184962" border="0" /></a>Nel momento in cui si decide di pubblicizzare un film presentandolo come "epico, ai livelli de Il padrino", chiunque si rende conto che si sta già cercando di ingannarlo. Insomma, un film potrà anche essere bello, anche molto bello, ma paragonarlo con uno dei film che ha fatto la storia del cinema non gioverà certo alla sua immagine, senza contare che si corre il rischio di deludere inevitabilmente le aspettative (esagerate) degli spettatori. Quindi tu, che hai ideato la campagna promozionale di <span style="font-style: italic;">American Gangster</span>, sei pregato di cambiare lavoro.<br />Nella New York dei primi anni '70, dopo essere stato per anni il braccio destro di un boss di Harlem, Frank Lucas (Denzel Washington) decide di mettere in piedi la propria organizzazione criminale, fondandola sullo spaccio di eroina purissima, importata direttamente da Bangkok grazie al traffico aereo dell'esercito americano. Richie Roberts (Russell Crowe) è un poliziotto della narcotici, ostracizzato dai colleghi corrotti e abbandonato dalla moglie insoddisfatta. Il primo è un uomo dai "saldi principi", l'altro invece è un immorale, sono due treni che corrono in direzioni opposte, e che arriveranno a scontrarsi senza possibilità di mediazione.<br />Ridley Scott torna a un genere a lui più congeniale dopo il passo falso di Un'ottima annata, continuando a girare con il suo attore feticcio Russell Crowe. L'ottima interpretazione dell'attore australiano, affiancato dall'altro altrettanto bravo Denzel Washington, non basta però a fare di <span style="font-style: italic;">American Gangster</span> il capolavoro che il regista avrebbe voluto. In parole povere, è stato fatto il passo un pochino più lungo della gamba. Per quanto riguarda la forma, penso che il racconto delle due storie parallele sia un po' troppo macchinoso, mentre per il contenuto direi che alcune tematiche del film potenzialmente esplosive come la diffusione dell'eroina avrebbero potuto essere affrontate con più profondità o almeno con un occhio un po' più critico. Quello che ha girato Scott, ben lontano dai capolavori di Coppola, Scorsese o Lumet, è un film solido, ben fatto, ma che non entrerà certo nella storia. Lucas infatti non è Corleone, e Roberts non è Serpico. Campagna promozionale a parte, ci si aspettava qualcosa di più.<br /><br />Voto: 7 / 10jeckehttp://www.blogger.com/profile/11201729525617506791noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9374418.post-17028488592154570212008-01-13T22:42:00.001+01:002008-01-14T18:40:24.040+01:00Paranoid Park<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://files.list.co.uk/images/2007/08/16/Paranoid-Park-2.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 400px;" src="http://files.list.co.uk/images/2007/08/16/Paranoid-Park-2.jpg" alt="" border="0" /></a>Benvenuti al secondo episodio, dopo <span style="font-style: italic;">Espiazione</span>, della serie "se l'avessi visto prima, sarebbe entrato nella classifica di fine anno". Peccato che, a causa della chiusura di un cineforum che riusciva a portare a Vicenza tutte le pellicole più introvabili, le cose arrivino da queste parti con un mese di ritardo. A meno che non ci si accontenti di De Sica, ma non è il mio caso,e mi auguro non sia neanche il vostro.<br />Alex (Gabe Nevins) è uno skater adolescente che si aggira senza aspirazione e senza ideali in una città vuota. Gli unici momenti in cui si sente vivo sono quelli che passa sulla sua tavola, specialmente dopo aver scoperto il Paranoid Park che dà il titolo al film. Una notte, senza volerlo, provoca la morte di una guardia di sorveglianza e da quel momento dovrà fare i conti con il proprio senso di colpa.<br />La descrizione della trama è sicuramente riduttiva, ma in effetti ciò che rende <span style="font-style: italic;">Paranoid Park</span> un gran film non è tanto quello che succede, quanto piuttosto come viene raccontato. Il percorso di formazione del protagonista, tra la famiglia disagiata e i sensi di colpa, tra la "fidanzata" invadente e il senso di appartenenza a una comunità che tale non è, procede senza colpi di scena, in maniera quasi apatica, e viene seguito dal regista con un freddo distacco che rispecchia in fondo l'atteggiamento di Alex nei confronti del mondo che gli sta intorno. Gus Van Sant, dopo il passo indietro di <span style="font-style: italic;">Last Days</span>, torna ad avanzare sul proprio cammino artistico con un'opera fatta di pochi ma intelligenti dialoghi e di immagini ispirate e ispiranti. La narrazione a incastro, che poteva appesantire lo svolgimento del racconto, riesce invece a risultare naturale come la brillante recitazione del protagonista Gabe Nevins, alla sua prima interpretazione. La poesia di alcune scene rende giustizia al premio ricevuto a Cannes dal regista, che conferma (come se ce ne fosse bisogno) il proprio talento.<br /><br />Voto: 8 / 10jeckehttp://www.blogger.com/profile/11201729525617506791noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-9374418.post-53377653078132408322008-01-11T12:37:00.001+01:002008-01-22T14:31:18.314+01:00Io sono leggenda<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3z6GdFxms6bicTa5FBGtpFxc1AF8k5rwiKisLrK18BacMm8yTjQM1PdMnYOkGTwYGA45IHGUtm32VLkAfbqAaKAah1bFrtbV5Jd8l1CQUOpWGdRDYyXMaeocejNNwUOzkPUZd4g/s1600-h/photo_15_hires.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3z6GdFxms6bicTa5FBGtpFxc1AF8k5rwiKisLrK18BacMm8yTjQM1PdMnYOkGTwYGA45IHGUtm32VLkAfbqAaKAah1bFrtbV5Jd8l1CQUOpWGdRDYyXMaeocejNNwUOzkPUZd4g/s400/photo_15_hires.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5158292956303705874" /></a><br />Non avendo visto i due precedenti adattamenti cinematografici dell'omonimo libro di Richard Matheson, che io non ho letto, e non avedo visto nemmeno l'opera prima del regista Francis Lawrence, <span style="font-style: italic;">Costantine</span>, le mi aspettative per questo film erano sufficientemente alte e prive di ogni tipo di pregiudizio. A dire il vero anzi, la presenza di Will Smith e la sua prestazione da <span style="font-style: italic;">one-man-show</span> mi facevano sperare di vedere un'opera più che discreta.<br />Tre anni dopo lo scoppio di un'epidemia che ha sterminato quasi tutta la popolazione della Terra e ha trasformato quella restante in una sorta di morti viventi che si aggirano nel buio, Robert Neville (Will Smith) è l'ultimo uomo rimasto sulla faccia del pianeta. Accompagnato dal suo cane Sam, il superstite passa le sue giornate cercando di trovare una cura alla malattia degenerativa degli "zombies" e tirando avanti come può per sopperire i propri bisogni fisici e psicologici.<br />Il fascino della storia dell'ultimo uomo sulla faccia della Terra è cosa nota a tutti ed è facile per Lawrence mantenere alto il livello di attenzione dello spettatore intercalando la descrizione della vita atipica del protagonista con le scene più d'azione in cui questo deve confrontarsi con gli esseri che lo circondano. Sebbene questi non siano stati resi egregiamente sullo schermo, e viene da chiedersi come mai usare la computer graphic quando basta un buon truccatore, regalano momenti di tensione non indifferenti e qualche salto sulla sedia si fa senza battere ciglio. Tuttavia, nonostante l'ennesima conferma delle qualità di Smith come attore, il resto del film lascia un po' a desiderare. Saranno i dialoghi, che visto che sono pochi potevano essere scritti in maniera un po' più profonda, sarà la trama, che da poco dopo la metà del film comicia a scricchiolare, saranno i già citati <span style="font-style: italic;">villains,</span> che in fin dei conti sono poco più che mediocri, ma quello che ne esce alla fine è un film che può appassionare e che si guarda sicuramente volentieri, ma che probabilmente avrebbe potuto dire qualcosa di più. Per fortuna però, c'è Will Smith.<br /><br />Voto: 7 / 10jeckehttp://www.blogger.com/profile/11201729525617506791noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-9374418.post-36763119833592184972008-01-09T22:43:00.000+01:002008-01-22T14:33:00.803+01:00Rescue Dawn<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbnlhXgvA3dnWddDI6MELF-7auYy9CtRg0KTEzi0WU10qZcRkHxYEkp9XoyJdvrfcfs6uB5PDC05hfQBzjGTfPDSRi8Z_PBETeDdYZNRfPuqkYePwTXU6olCkRaO8RsFJMUC6G2w/s1600-h/photo_12_hires.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbnlhXgvA3dnWddDI6MELF-7auYy9CtRg0KTEzi0WU10qZcRkHxYEkp9XoyJdvrfcfs6uB5PDC05hfQBzjGTfPDSRi8Z_PBETeDdYZNRfPuqkYePwTXU6olCkRaO8RsFJMUC6G2w/s400/photo_12_hires.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5158293398685337378" /></a><br />Da quando ho scoperto che doveva uscire, ho atteso con ansia e trepidazione che <span style="font-style: italic;">Rescue Dawn</span> venisse distribuito in Italia. Sono passati mesi ma ancora non si è visto nulla all'orizzonte, motivo per cui mi sono impegnato per recuperare almeno una visione in lingua originale (cosa che sono felice di aver fatto), sebbene continui a chiedermi il motivo di tale ignoranza. In fin dei conti, anche se non sono un esperto di marketing, credo che non sia proprio un film invendibile. Un altro dei tanti misteri della distribuzione italiana.<br />Dieter Dengler (Christian Bale) è un pilota americano di origine tedesca che durante la guerra in Vietnam viene mandato a compiere una missione segreta sopra il Laos. Abbattuto dalle mitragliatrici nemiche, viene catturato, torturato e rinchiuso in un campo di prigionia del Pathet Lao. Assieme ad altri cinque compagni di detenzione, tra cui il soldato Dwaine Martin (Steve Zahn), Dieter organizza una fortunosa fuga che riesca a strapparli alla morte sicura a cui andrebbero incontro.<br />Riprendendo la storia (realmente accaduta) del suo stesso documentario I<span style="font-style: italic;">l piccolo Dieter vuole volare</span>, datato 1997, Werner Herzog dirige un film di guerra che tutto sommato non è di argomento strettamente bellico ma andrebbe visto come una pellicola introspettiva sulla condizione psicologica della prigionia e i suoi diversi aspetti. <span style="font-style: italic;">Rescue Dawn</span> è un film quasi sempre sussurrato, basato principalmente sulla capacità attoriale sovrumana di Christian Bale e sulle doti, fin'ora nascoste, di Steve Zahn. Anche Jeremy Davies, che interpreta un altro prigioniero del campo, lascia esterrefatti con la sua abilità. L'effetto di realisimo poi è stato ottenuto dal dimagrimento esagerato a cui si sono sottoposti gli attori, che hanno perso rispettivamente 25 kg, 18 kg e 15 kg. Mi auguro che Bale abbia un dietologo, perché se continua così si rischia di giocarselo, e per il cinema contemporaneo sarebbe una perdita inimmaginabile.<br /><br />Voto: 8 / 10jeckehttp://www.blogger.com/profile/11201729525617506791noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9374418.post-62669588349104689462008-01-05T16:47:00.000+01:002008-01-22T14:34:37.607+01:00Espiazione<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpJEBKP2EWUr3vk76cPg2heXUZ2ISFmUdAJVa0_n7pOTXpVyNq-Z2RrCZHThyHUiO3fhXRwU0Mo5fpV0T53PG-0It6C04VX7fwM6-SX8y3YmWvS3xiEA5bV0pN1y-yllqwW4tjYg/s1600-h/photo_01_hires.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpJEBKP2EWUr3vk76cPg2heXUZ2ISFmUdAJVa0_n7pOTXpVyNq-Z2RrCZHThyHUiO3fhXRwU0Mo5fpV0T53PG-0It6C04VX7fwM6-SX8y3YmWvS3xiEA5bV0pN1y-yllqwW4tjYg/s400/photo_01_hires.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5158293823887099698" /></a><br />Per la serie "se l'avessi visto prima, sarebbe entrato nella classifica di fine anno" ecco il secondo film di Joe Wright, che tanto successo ha riscosso in giro per il mondo dopo la mostra di Venezia, ma che io non avevo ancora avuto occasione di vedere. Un'altra pellicola che contribuisce alla gloria di Keria Knightley, attrice tanto bella (e in alcuni casi anche discretamente brava) ma che comincia un po' a stufare con il suo atteggiamento "prezzemolino".<br />In un giorno d'estate, nel 1935, la tredicenne Briony Tallis legge una lettera inviata da Robbie Turner (James McAvoy) alla sorella Cecilia (Keira Knightley) e confusa da quanto ha letto e visto la sera stessa, accusa il ragazzo di aver violentato la propria cugina quindicenne. Le loro strade si dividono, Robbie va in prigione e poi finisce arruolato in Francia, Cecilia diventa infermiera recidendo qualsiasi contatto con la famiglia, Briony decide di seguire la strada della sorella, sebbene non ci sia più un legame ad unirle. Cosa ne sarà dei loro destini, tanto divisi quanto uniti, da un tragico errore di infanzia e così difficilmente riconciliabili?<br />Joe Wright, giovane regista inglese al suo secondo film dopo <a href="http://sgomberonte.blogspot.com/2006/02/orgoglio-e-pregiudizio.html">Orgoglio e pregiudizio</a>, sceglie un altro adattamento da un libro celebre (che però io non ho, ancora, letto). Stavolta la resa cinematografica migliora e ne esce una pellicola più matura e riuscita, complice un soggetto a mio avviso più interessante e un utilizzo più sapiente del mezzo, come testimonia il bello e ovunque citato piano sequenza ambientato sulla spiaggia di Dunkerque. Anche la scelta di raccontare due volte certi fatti, per fornire le diverse versioni narrative di chi li ha vissuti, è una scelta ben accetta, sebbene poco originale. A supportare la prova di Wright comunque bisogna segnalare un cast pregevole e dotato, specialmente nel caso di James McAvoy, per me una scoperta. Da notare infine la bella colonna sonora dell'italiano Dario Marianelli, che accompagna il film senza essere invadente.<br /><br />Voto: 8 / 10jeckehttp://www.blogger.com/profile/11201729525617506791noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-9374418.post-31099384436139287002007-12-30T15:58:00.000+01:002007-12-31T17:26:25.702+01:00Classificone 2007<div style="text-align: center;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">1. </span><span><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">Lettere da Iwo Jima</span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;"><br /></span></div><div style="text-align: center;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">2. Ratatouille<br /></span></div><div style="text-align: center;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">3. Le vite degli altri<br /></span></div><div style="text-align: center;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">4. Zodiac<br /></span></div><div style="text-align: center;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">5. Io non sono qui<br /></span></div><div style="text-align: center;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">6. La promessa dell'assassino<br /></span></div><div style="text-align: center;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">7. Hot Fuzz<br /></span></div><div style="text-align: center;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">8. The Bourne Ultimatum - Il ritorno dello sciacallo<br /></span></div><div style="text-align: center;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">9. Una scomoda verità<br /></span></div><div style="text-align: center;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">10. Mio fratello è figlio unico</span><br /></div>jeckehttp://www.blogger.com/profile/11201729525617506791noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-9374418.post-46972136187353962762007-12-30T15:13:00.000+01:002007-12-30T15:36:23.930+01:00Bee Movie<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://images.rottentomatoes.com/images/movie/gallery/1171875/photo_14.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 400px;" src="http://images.rottentomatoes.com/images/movie/gallery/1171875/photo_14.jpg" alt="" border="0" /></a>Mi hanno insegnato a non giudicare un libro dalla copertina, ed è una massima che cerco di seguire per quanto possibile, ma ogni tanto credo ci si possa abbandonare ai propri pregiudizi. <span style="font-style: italic;">Bee Movie</span> rientra tranquillamente in uno di questi casi. Il gioco di parole del titolo già di per sé dice abbastanza, così come la casa di produzione lascia poco spazio alla speranza di vedere un bel film, però ancora una volta volevo avere conferma delle mie idee e, ancora una volta, l'ho avuta. Speravo in una sopresa inaspettata, ma sono rimasto più che deluso.<br />Barry B. Benson (Jerry Seinfeld) è un'ape neodiplomata che decide di non voler entrare nel ritmo monotono della vita da alveare ed esce a scoprire il mondo. Dopo l'incontro con la bella Vanessa Bloome (Renée Zellweger), una donna con la quale Barry stringe una particolare amicizia infrangendo la regola apesca che vieta di parlare con gli umani, l'ape protagonista scopre che gli umani rubano il miele alle api e di conseguenza intenta una causa legale a tutti i produttori di miele. Vinta la causa, le api vengono risarcite del miele e smettono di produrne di nuovo, causando la marcescenza di tutti i fiori del mondo. Ancora una volta sarà Barry a sistemare le cose.<br />Se la trama vi sembra sconclusionata, beh, avete ragione. Infatti <span style="font-style: italic;">Bee Movie</span> è un film che sostanzialmente non va a parare da nessuna parte, girando su sé stesso e su una serie di trame e sottotrame sviluppate in maniera grossolana e approssimativa. Non è che l'ennesimo "cartone" targato Dreamworks che parte da delle buone premesse ma finisce con sprecarle del tutto per concentrarsi sugli aspetti sbagliati. Pare che in lingua originale sia migliore, grazie al doppiaggio di Jerry Seinfeld (talentuoso comico americano), ma di tutto questo non c'è traccia nella versione italiana. Almeno c'è da baciarsi le mani per non essere stati costretti a subirsi il doppiaggio di qualche personaggio televisivo italiano.<br /><br />Voto: 4 / 10jeckehttp://www.blogger.com/profile/11201729525617506791noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9374418.post-89722602135101025642007-12-26T17:55:00.000+01:002007-12-26T18:25:16.457+01:00Il mistero delle pagine perdute<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://images.rottentomatoes.com/images/movie/gallery/1183763/photo_22.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer; width: 300px;" src="http://images.rottentomatoes.com/images/movie/gallery/1183763/photo_22.jpg" alt="" border="0" /></a><br />Come scrivevo qualche post fa, da piccolo io sono cresciuto a pane e Indiana Jones. Lo scrivo per spiegare (o giustificare, fate voi) la mia passione per le avventure che si spostano da un luogo all'altro, con la bella di turno e l'aiutante un po' imbranato. Tre anni fa infatti il primo film della serie <span style="font-style: italic;">National Treasure</span>, da noi <span style="font-style: italic;">Il mistero dei Templari</span>, mi aveva sufficientemente divertito, nonostante la sua sconclusionatezza e inverosimiglianza, tanto da spingermi al cinema a vedere questo sequel malandato.<br />Dopo il successo dovuto al ritrovamento del tesoro dei Templari, la vita di Ben Gates (Nicolas Cage) ha subito una battuta d'arresto. Dopo essere mollato dalla fidanzata Abigail (Diane Kruger), il colpo di grazia arriva da un illustre sconosciuto (Ed Harris) il quale dichiara al mondo che il trisavolo del protagonista faceva parte della congiura che costò la vita ad Abramo Lincoln. Per riscattare la reputazione dell'avo, Gates riunisce la vecchia squadra e si mette alla ricerca di un altro tesoro in grado di dimostrare l'innocenza della propria famiglia.<br />Come succede spesso per i <a href="http://sgomberonte.blogspot.com/2006/09/pirati-dei-caraibi-la-maledizione-del.html">seguiti</a> dei blockbuster e come era stato perfettamente previsto dal buon <a href="http://prejudice.splinder.com/post/15206597/Nei+cinema+dal+21+Dicembre+200">kekkoz</a>, gli sceneggiatori non riescono a inventare nulla di nuovo e quindi procedono a scrivere la trama del nuovo film procedendo per accumulo ed esagerando le poche qualità della pellicola originale. Ne <span style="font-style: italic;">Il mistero delle pagine perdute</span> infatti, regista e sceneggiatori hanno finito con l'esasperare lo "stile" del film, proponendo misteri improbabili, gag prevedibili e dialoghi noiosi. Nemmeno il cast stellare del film riesce a tenere in piedi uno spettacolo troppo lungo e troppo poco divertente. Perfino la bella Diane Kruger sembra meno attraente in questa produzione, senza menzionare ovviamente il passaggio di Helen Mirren da regina Elisabetta II a madre fittizia del bamboccione Nicolas Cage: imperdonabile.<br /><br />Voto: 4 / 10jeckehttp://www.blogger.com/profile/11201729525617506791noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-9374418.post-890282989038161332007-12-18T13:54:00.000+01:002007-12-18T13:57:34.904+01:00La bussola d'oro<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://images.rottentomatoes.com/images/movie/gallery/1174202/photo_37.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 400px;" src="http://images.rottentomatoes.com/images/movie/gallery/1174202/photo_37.jpg" alt="" border="0" /></a><br />All'incirca una decina di anni fa, in periodo natalizio, mio padre mi regalò <span style="font-style: italic;">La bussola d'oro</span> di Philip Pullman. Da allora l'ho sempre ricordato come un libro piacevole e molto intelligente, per il quale tuttora provo un misto di affetto e nostalgia. Il dibattito tra cinema e libri è vecchio quanto la stessa ottava arte e salvo qualche pregevole occasione spesso si risolve a <a href="http://media.threadless.com//product/1046/zoom.gif">favore</a> della carta stampata. Non credo di essere un integralista della questione, ma questa pellicola è l'ennesima delusione di un lettore affezionato e speranzoso.<br />Lyra Belacqua (Dakota Blue Richards) è una studentessa del Jordan College di Oxford. Come ogni essere umano è costantemente accompagnata dal suo daimon, un animale che rappresenta l'incarnazione della sua anima, nel suo caso Pantalaimon. Nipote di Lord Asriel (Daniel Craig), segue Mrs. Coulter (Nicole Kidman) come sua protetta prima di scoprirne la natura malvagia e di fuggire al Nord aiutata dalla tribù dei Gyziani. Aiutata da questi e dall'orso polare Iorek Byrnison, cercherà di mettere fine alle numerose sparizioni di bambini e ai responsabili Ingoiatori.<br />Prima parte della trilogia <span style="font-style: italic;">Queste oscure materie</span>, <span style="font-style: italic;">La bussola d'oro</span> interrompe bruscamente il racconto iniziato lasciando lo spettatore in sospeso, senza però la certezza che il resto dell'opera venga portata a termine. Infatti Chris Weitz, orfano del fratello Paul, ha scritto e diretto un adattamento che lascia molto a desiderare. Sarà colpa dell'obbligatoria riduzione della trama, sarà colpa di una mancanza di talento, sarà colpa delle pressioni esercitate dalle polemiche filocristiane (la storia presenta diverse analogie negative tra il Magisterium, organizzazione filosofico-religiosa che controlla il mondo in cui è ambientata la storia, e la Chiesa), fatto sta che il risultato finale è distante da quanto ci si potesse aspettare. Considerato il ricco materiale di partenza era lecito pretendere qualcosa di più, che però viene negata. Anche gli attori danno l'impressione di essere lì solo per portare a casa la "pagnotta" e poco altro. Peter Jackson è decisamente su un altro pianeta.<br /><br />Voto: 5 / 10jeckehttp://www.blogger.com/profile/11201729525617506791noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-9374418.post-78473439819840322162007-12-15T11:01:00.000+01:002007-12-15T11:25:44.396+01:00La promessa dell'assassino<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://www.kino-govno.com/trailers/3432t.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 400px;" src="http://www.kino-govno.com/trailers/3432t.jpg" alt="" border="0" /></a><br />Quest'anno ho dovuto rimediare al danno di due anni fa, quando non andai a vedere <span style="font-style: italic;">A History Of Violence</span> in sala e ne aspettai stupidamente l'uscita in dvd. In più non vedevo un film al cinema da un mese e mezzo (fatta eccezione per <span style="font-style: italic;">Nightmare Before Christmas</span>, ma anche una novità ogni tanto non guasta), era ora di rimediare e di farlo alla grande. Quale occasione migliore del nuovo film di Cronenberg, tanto atteso quanto lodato da critica ufficiale e non.<br />Anna (Naomi Watts) è una levatrice del Trafalgar Hospital di Londra e quando una 14enne di origine russa muore sotto i suoi occhi dando alla luce una bambina, cerca di tradurre il diario della ragazza almeno per rintracciarne i parenti. Il quaderno però si rivela essere un vaso di Pandora più rischioso del previsto, catapultando la giovane dottoressa nello spietato mondo della mafia russa, in particolare con il boss Semyon (Armin Mueller-Stahl) e l'autista Nikolai (Viggo Mortensen).<br />Dopo <span style="font-style: italic;">A History Of Violence</span> David Cronenberg dirige una seconda volta un immenso Viggo Mortensen in un film da ricordare e da rivedere, dove lo stile asciutto e freddo del regista canadese è un occhio lacrimante sulla violenza inevitabile di questo mondo. Immigrazione, criminalità organizzata, razzismo, aborto sono solo alcuni dei temi trattati da Cronenberg, che però dirige l'obiettivo con particolare attenzione sulla questione dell'identità e, come scritto poco sopra, della violenza. I personaggi sono immersi in un mondo senza cognomi, in cui la storia di una persona è raccontata dai suoi tatuaggi e dalle sue origini.<br />Ci sarebbe molto altro da dire su questo film (e infatti nulla esclude una revisione di questo post), ma non ne vale la pena, non sono abbastanza bravo con la tastiera. La soluzione quindi è la più ovvia: andate a vederlo.<br /><br />Voto: 8 / 10jeckehttp://www.blogger.com/profile/11201729525617506791noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-9374418.post-53669230262388365522007-12-09T12:49:00.000+01:002007-12-09T12:51:18.383+01:00Nightmare Before Christmas<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://images.rottentomatoes.com/images/movie/gallery/1048889/photo_07.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 400px;" src="http://images.rottentomatoes.com/images/movie/gallery/1048889/photo_07.jpg" alt="" border="0" /></a><br />Mi ricordo come se fosse ieri il giorno in cui sono andato a vedere <span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;">Nightmare Before Christmas</span> per la prima volta. Era il 1993 e io e mio padre eravamo al cinema Corso, una sala che ora è purtroppo diventata una colonia per pantegane. A distanza di 14 anni sono tornato al cinema e anche se molte cose sono cambiate (stavolta sono andato con gli amici in una multisala, e tralascio qualsiasi deriva nostalgica), le emozioni che il gli abitanti del paese di Halloween sono in grado di suscitare sono le stesse di quando ero bambino.<br />Jack Skeletron è il re delle zucche ed è il leader dei mostri che ogni anno si occupano degli spaventi di Halloween, ma da cresce in lui l'insoddisfazione e il senso di inadeguatezza dovuto alla monotonia del proprio lavoro. La soluzione gli si rivela quando finisce accidentalmente nella città del Natale e decide di portare la festa dicembrina tra i suoi concittadini. Le cose non vanno secondo i piani, ma l'eroico Jack riuscirà comunque, e a suo modo, a organizzare un Natale speciale per tutti.<br />Tim Burton, ideatore e produttore (nonché vero <span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;">deus ex machin</span>a dell'operazione) e Henry Selick, regista, portano sullo schermo una delle favole più dark e più dolci della storia dell'animazione, un vero capolavoro in cui tecnica e sentimento si fondono con una sinergia raramente replicata (se non dallo stesso Burton nel <a href="http://sgomberonte.blogspot.com/2005/10/la-sposa-cadavere.html">2005</a> o dai maestri di casa Pixar). E' incredibile come dopo tanti anni e tante visioni (per quanto mi riguarda almeno una all'anno, in periodo natalizio) <span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;">Nightmare Before Christmas</span> sia ancora capace di emozionare lo spettatore con le sue bellissime canzoni e i suoi personaggi trascinanti. La perfetta animazione in<span style="font-style: italic;"> stop motion,</span> le irresistibili musiche, i vivissimi colori, le grandi e piccole trovate geniali sono solo alcuni aspetti di un film che va visto almeno una volta nella vita. Nel mio caso, è persino riuscito a farmi apprezzare Renato Zero (doppiatore di Jack Skeletron nelle parti cantate della versione italiana)<br /><br />Voto: 10 / 10jeckehttp://www.blogger.com/profile/11201729525617506791noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-9374418.post-6168319714726766432007-11-29T19:49:00.000+01:002007-11-30T19:16:35.613+01:00Buon compleanno, sgomberonte!<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8JEySLYd0_lOrsPJ8dY9JZV9Bx1InmYXNStLJv-CUK-lh0ek01Jgb7H-ap-Cu-ErdO1Ow8HhfzbIudnwXXgnUvxEJ8WNuMZO44hcoDTCVshfkmNk4y6Bnpuvb9j_b_kmmWPfXaA/s1600-r/1491852958_a1a7cd6f53.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6U096mcnu-L5EkK0XtnzM_ZhMcXQzldqUSZpNH_GTy2Z8n4CUKrZRTed7ONTXWCUI_ivQOokJf3vNHP0AHfXnpdmdtRgnDnjR_AdMFYVnYxngetquuuxz44tP4xNTsUX_JBT_Jg/s400/1491852958_a1a7cd6f53.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5138697510248386290" border="0" /></a>Grazie a tutti, ma un ringraziamento particolare va a coloro che sono passati di qui e sono tornati pur sapendo a cosa andavano incontro.jeckehttp://www.blogger.com/profile/11201729525617506791noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-9374418.post-84141697114942748592007-11-04T11:24:00.000+01:002007-11-04T11:47:47.492+01:00The Bourne Ultimatum - Il ritorno dello sciacallo<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://images.rottentomatoes.com/images/movie/gallery/1172533/photo_17.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px;" src="http://images.rottentomatoes.com/images/movie/gallery/1172533/photo_17.jpg" border="0" alt="" /></a><br />Le avventure cinematografiche ispirate ai libri di Robert Ludlum giungono infine al terzo (e in teoria ultimo) capitolo. A questo punto gli appassionati di cinema d'azione dovrebbero cominciare a sentire già la nostalgia per un trittico che ha portato nuova linfa ad un genere che sembrava essere definitivamente incanalato verso un destino già scritto. Al mondo fatto di gadget ultrateconologici e ambientazioni esotiche, la serie di Bourne ne oppone uno più credibile, più reale, in cui il protagonista è un uomo speciale, ma allo stesso tempo caratterizzato da una serie di debolezze che lo rendono più vicino allo spettatore. Forse è stato proprio questo uno degli ingredienti alla base del suo successo, unito ovviamente alla qualità del comparto artistico-produttivo.<br />Jason Bourne (Matt Damon) è sempre più vicino alla scoperta della propria identità, dopo anni di ricerche e vendette. Ma se Pamela Landy (Joan Allen) è disposta a dargli una mano o quanto meno a cercare di riportarlo sano e salvo all'internod ell'Agenzia, il vice-direttore Noah Vosen (David Sthrathairn) non la pensa allo stesso modo e cerca in tutti i modi di eliminare lo scomodo testimone dei progetti Treadstone e Blackbriar. Tra Torino, Londra, Mosca e Tangeri, lo scontro finale avverrà a New York, riprendendo la trama proprio quando si era interrotta alla fine di <span style="font-style:italic;">The Bourne Supremacy</span>.<br />Lo sceneggiatore Tony Gilroy riprende appunto la narrazione anticipando la fine della pellicola precedente (la cui sceneggiatura era sempre sua) e ricollegandocisi con il procedere degli eventi verso la fine di questa. Un intreccio atipico, che però si sposa perfettamente con la regia frenetica ma mai caotica di Paul Greengrass, anche lui di nuovo alle prese con le avventure di Bourne, che riesce magistralmente a tenere alto il livello di adrenalina dello spettatore per tutte le quasi due ore di pellicola. Il plauso finale quindi va al cast, sia ai "veterani" come Damon e Allen che ai "novellini" come Sthrathairn e Finney, una selezione di attori forse poco conosciuti al grande pubblico (Damon a parte) ma in grado di portare sullo schermo una serie di interpretazioni davvero degne di nota.<br /><br />Voto: 8 / 10jeckehttp://www.blogger.com/profile/11201729525617506791noreply@blogger.com0