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giovedì, ottobre 18, 2007

Ratatouille

Dopo il parziale insuccesso di Cars, che poteva definirsi solo "bello" e quindi inferiore allo standard elevatissimo a cui siamo abituati, alla Pixar c'era bisogno di tornare in carreggiata e di tornare ai livelli di qualche anno prima. L'impegno di Brad Bird e dello studio a quanto pare ha ripagato l'attesa e ha mantenuto fede alla promessa non scritta di regalare al pubblico l'ennesimo capolavoro.
Remy è un topo di campagna la cui sublime abilità nel preparare cibi e leccornie non viene compresa dagli altri membri della sua colonia. Distaccatosi da essa a causa di un incidente, ha la possibilità di mettere alla prova le proprie capacità nel risorante del leggendario ma defunto Gusteau. Incontra così il giovane sguattero Linguini, con il quale decide di formare un imbattibile duo culinario che riporterà in auge il risorante decaduto, ma non senza attraversare qualche difficoltà lungo il percorso.
Difficile scegliere un punto di partenza per elogiare Ratatouille, che sebbene fosse uno dei film più attesi dell'anno e dal quale ci si aspettava moltissimo, colpisce nel segno e va oltre le più rosee aspettative. Brad Bird, dopo quel capolavoro che è Gli incredibili, ritorna con uno dei migliori film della stagione, spazzando via la concorrenza animata e mettendo in seria difficoltà anche le pellicole in live action in un'immaginaria (ma non troppo) classifica di fine anno. Il primo pregio del film, che saltava subito agli occhi nei vari trailer che si sono susseguiti nei mesi passati, è l'eccezionale resa grafica ed estetica che anche questa volta gli autori sono riusciti a riprodurre. Non voglio soffermarmi sul numero di peli ricreati per la pelliccia dei topi, sulla mole di fotografie scattate a piatti culinari e paesaggi parigini, sull'espressività dei personaggi animali o umani che siano, mi limito semplicemente a dire che Ratatouille è visivamente stupendo, se non di più. Ma come ho detto, questo è solo uno dei tanti pregi del film. Si potrebbe quindi scrivere dell'inusualità di una trama che ha una ricetta come climax della storia, del bellissimo rapporto che si crea tra i due protagonisti (caratterizzati ottimamente come il resto del "cast"), delle numerose ma mai invadenti gag umoristiche, della genialità assoluta nella resa visiva del senso del gusto, della fantastica scena del flash-back del critico Ego, e di mille altre cose, ma in fin dei conti sarebbero solo parole. Ratatouille è un film che va visto, annusato e quindi gustato proprio come un piatto di cucina, perché a raccontarlo si perde inevitabilmente qualcosa.

Alla probabile seconda visione, seguirà un altrettanto probabile secondo post.

Voto: 9 / 10

8 commenti:

Anonimo ha detto...

'mazza che voto! (devo ancora vederlo io invece...)

Anonimo ha detto...

Nove, bene bene.. incominciamo bene...

domenico ha detto...

uh, tutti pazzi per ratatouille! ^^

jecke ha detto...

@deliriocinefilo: sì!
@balsam: sì!
@honeyboy: sì!

Ratatouille mette tutti d'accordo!

Anonimo ha detto...

Il fatto più curioso è che ratatouille sia stato un insuccesso economico (pare) in America, dopo Cars. Forse che gli ammeregani, abbuffati di fastfood, non arrivano a comprendere la poesia del gourmet? Che gli americani siano forse quel ratto mangiaspazzatura cui quasi inutilmente remy tenta di opporre la filosofia della nouvelle cousin?

Edric Ant ha detto...

Probabile :D

Anonimo ha detto...

piaciuto da morire, concordo.
una speciale menzione la vogliamo fare al corto della pixar che precede il film?
lacrime agli occhi con i due alieni animati.
e la tenerezza delle orecchie rosa del topo non lascia spazio al cinismo.
a bientot

JS

jecke ha detto...

@noodles: non so dirti del successo economico, ma quello di critica è stato innegabile. Chissà che quel popolo bove riesca prima o poi a crearsi una cultura culinaria!
@john soda: bene, mi fa piacere. La cosa curiosa è che non ho sentito NESSUNO parlarne male.