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martedì, dicembre 18, 2007

La bussola d'oro


All'incirca una decina di anni fa, in periodo natalizio, mio padre mi regalò La bussola d'oro di Philip Pullman. Da allora l'ho sempre ricordato come un libro piacevole e molto intelligente, per il quale tuttora provo un misto di affetto e nostalgia. Il dibattito tra cinema e libri è vecchio quanto la stessa ottava arte e salvo qualche pregevole occasione spesso si risolve a favore della carta stampata. Non credo di essere un integralista della questione, ma questa pellicola è l'ennesima delusione di un lettore affezionato e speranzoso.
Lyra Belacqua (Dakota Blue Richards) è una studentessa del Jordan College di Oxford. Come ogni essere umano è costantemente accompagnata dal suo daimon, un animale che rappresenta l'incarnazione della sua anima, nel suo caso Pantalaimon. Nipote di Lord Asriel (Daniel Craig), segue Mrs. Coulter (Nicole Kidman) come sua protetta prima di scoprirne la natura malvagia e di fuggire al Nord aiutata dalla tribù dei Gyziani. Aiutata da questi e dall'orso polare Iorek Byrnison, cercherà di mettere fine alle numerose sparizioni di bambini e ai responsabili Ingoiatori.
Prima parte della trilogia Queste oscure materie, La bussola d'oro interrompe bruscamente il racconto iniziato lasciando lo spettatore in sospeso, senza però la certezza che il resto dell'opera venga portata a termine. Infatti Chris Weitz, orfano del fratello Paul, ha scritto e diretto un adattamento che lascia molto a desiderare. Sarà colpa dell'obbligatoria riduzione della trama, sarà colpa di una mancanza di talento, sarà colpa delle pressioni esercitate dalle polemiche filocristiane (la storia presenta diverse analogie negative tra il Magisterium, organizzazione filosofico-religiosa che controlla il mondo in cui è ambientata la storia, e la Chiesa), fatto sta che il risultato finale è distante da quanto ci si potesse aspettare. Considerato il ricco materiale di partenza era lecito pretendere qualcosa di più, che però viene negata. Anche gli attori danno l'impressione di essere lì solo per portare a casa la "pagnotta" e poco altro. Peter Jackson è decisamente su un altro pianeta.

Voto: 5 / 10

2 commenti:

Edo ha detto...

Parto da una base diversa non avendo letto il libro. Certo i suoi difetti li ha: il concetto di Daimon mi interessava molto ma qui viene ridotto alla compagnia di un animaletto, il legame tra Magisterium e Chiesa poteva essere trattato con un po' più di coraggio visto che da quel che ho capito quasi tutti i riferimenti che lasciavano intendere un certo anticlericalismo sono stati cancellati nel film. Però mi ha divertito,per me è un buon film di intrattenimento. Un saluto

Anonimo ha detto...

stasera andrò a vederlo.

deliriocinefilo