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martedì, gennaio 22, 2008

American Gangster

Nel momento in cui si decide di pubblicizzare un film presentandolo come "epico, ai livelli de Il padrino", chiunque si rende conto che si sta già cercando di ingannarlo. Insomma, un film potrà anche essere bello, anche molto bello, ma paragonarlo con uno dei film che ha fatto la storia del cinema non gioverà certo alla sua immagine, senza contare che si corre il rischio di deludere inevitabilmente le aspettative (esagerate) degli spettatori. Quindi tu, che hai ideato la campagna promozionale di American Gangster, sei pregato di cambiare lavoro.
Nella New York dei primi anni '70, dopo essere stato per anni il braccio destro di un boss di Harlem, Frank Lucas (Denzel Washington) decide di mettere in piedi la propria organizzazione criminale, fondandola sullo spaccio di eroina purissima, importata direttamente da Bangkok grazie al traffico aereo dell'esercito americano. Richie Roberts (Russell Crowe) è un poliziotto della narcotici, ostracizzato dai colleghi corrotti e abbandonato dalla moglie insoddisfatta. Il primo è un uomo dai "saldi principi", l'altro invece è un immorale, sono due treni che corrono in direzioni opposte, e che arriveranno a scontrarsi senza possibilità di mediazione.
Ridley Scott torna a un genere a lui più congeniale dopo il passo falso di Un'ottima annata, continuando a girare con il suo attore feticcio Russell Crowe. L'ottima interpretazione dell'attore australiano, affiancato dall'altro altrettanto bravo Denzel Washington, non basta però a fare di American Gangster il capolavoro che il regista avrebbe voluto. In parole povere, è stato fatto il passo un pochino più lungo della gamba. Per quanto riguarda la forma, penso che il racconto delle due storie parallele sia un po' troppo macchinoso, mentre per il contenuto direi che alcune tematiche del film potenzialmente esplosive come la diffusione dell'eroina avrebbero potuto essere affrontate con più profondità o almeno con un occhio un po' più critico. Quello che ha girato Scott, ben lontano dai capolavori di Coppola, Scorsese o Lumet, è un film solido, ben fatto, ma che non entrerà certo nella storia. Lucas infatti non è Corleone, e Roberts non è Serpico. Campagna promozionale a parte, ci si aspettava qualcosa di più.

Voto: 7 / 10

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