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lunedì, luglio 30, 2007

Sicko

Come ho già scritto tempo fa, a mio parere la forza di un documentario risiede principalmente nell'argomento che il regista sceglie di trattare. Michael Moore, dopo la strage di Columbine e l'intervento militare statunitense in Medio-Oriente, sceglie di raccontare il mondo malato (mi si perdoni il gioco di parole) del sistema sanitario americano e di confrontarlo con quello di altri Paesi, come il Canada, la Gran Bretagna, la Francia e addirittura Cuba. La breve lista di Paesi non è certo casuale e conferma ancora una volta lo stile furbo e graffiante di Moore.
La trama come si vede è molto semplice, sebbene sia impreziosita da molte testimonianze e dalla narrazione accorata del regista. Come nelle pellicole precedenti, il documentarista sceglie un tema scottante da portare sullo schermo e lo fa con grande padronanza del mezzo cinematografico, alternando scene semicomiche ad altre marcatamente drammatiche. Ne risulta quindi un lavoro tanto leggero nella forma quanto pesante nei contenuti, che però non mancherà di appassionare nel bene e nel male gli spettatori.
Tuttavia mi sento di muovere una critica al regista, che anche stavolta si rivela un po' troppo imparziale. Certo, è vero che il sistema sanitario statunitense è disastroso a confronto di quelli di altri Paesi industrializzati, però Moore a volte calca troppo la mano e si coglie una nota di manicheismo che stona un po' con il resto del film. Ma questo è il suo stile e basta saperlo in anticipo per essere coscienti di ciò a cui si va incontro. Basta aver visto Fahrenheit 9/11 per capire di cosa sto parlando.
Rimane il fatto che Sicko è un film che va visto per onore della cronaca, per rendersi conto che forse il sogno americano non è più così vivo come molti credono ma che sia meglio cominciare a credere e inseguire il sogno europeo.

Voto: 7 / 10

4 commenti:

domenico ha detto...

michael moore non è furbo, secondo me, fa semplicemente quello che fanno tutti per sostenere le proprie idee, anche involontariamente, si calca un po' la mano
assolutamente imparziale, ed è così che mi piace che sia, "partigiano"
sicko, secondo me, è un documentario stupendo, molto ricco mentre mi aspettavo fosse monotematico
toccante (l'abbraccio tra i cubani e gli eroi dell'11 settembre...)
io credo che moore sia tornato sulla scia di bowling for columbine e della prima metà di fahreneit (nella seconda vengono fuori i suoi difetti peggiori)
buona serata!
(dome)

Anonimo ha detto...

Non e’ che ora, la moda, sia quella di criticare Moore ad occhi chiusi per fare gli alternativi agli alternativi?
Vi auguro di no, perche' se usate i vostri spazi per riflettere su quanto sia piu' o meno furbo Moore (altra cosa che va molto di moda)vi perdete tanto, e cadeta nella trappolo dei creditori ad ogni costo, che vogliono farci fermare sui doppi fini di queste pellicole, distrendoci da quanto realmente ci dicono. C'e' tanto su cui riflettere...
Saluti da Persa
www.persinsala.it

jecke ha detto...

Cara Persa, grazie per la visita e per il commento.
A me Moore piace molto, e tanto per fare un esempio nei suoi ultimi tre film è riuscito a commuovermi e toccarmi nel profondo, ma se devo dare un giudizio critico alla sua opera, allora non posso fare a meno di notare come questa sia per certi versi "esagerata". Nella fattispecie, a vedere Sicko sembra che Cuba sia la terra promessa, ma sappiamo bene che non funziona esattamente così. E io non sono un totale detrattore di Castro, però siamo onesti, non è propriamente uno stinco di santo! :)
SiCKO è un bel film, importante e sicuramente da vedere, ma secondo me, sebbene sia migliore di Fahrenheit 9/11, non raggiunge il livello (altissimo) di Bowling for Columbine.

Anonimo ha detto...

Sarà che io il sogno americano non l'ho mai vissuto, ma non credo sia necessario ( e nemmeno sufficiente) vedere Sicko per disilludersi sugli Stati Uniti. Tanto più che sul tema sanità non dice nulla di nuovo, agli occhi di chi un minimo era informato.

Ciao!